Quando devo parlare della scelta di intraprendere questo lavoro innanzitutto mi rendo conto di non considerarlo un lavoro, ma un amore travolgente. E questo amore è fondamentale per poter trasmettere la serenità e la fiducia nelle pazienti.
Parlando di medicina della riproduzione, essendo stata io stessa una paziente, percepisco e comprendo il disagio e la sofferenza di chi non riesce a coronare il suo sogno di maternità. Questa empatia mi porta a non darmi limiti nell’ascoltarli ed accompagnarli nel loro percorso. E tutta questa energia mi torna indietro, mi carica e mi fa innamorare ancora di più di questa professione.
A volte l’aiuto che posso offrire non si limita alla medicina classica, ma anche alla vicinanza emotiva e nell’offrire il supporto di figure che vanno ad integrarsi con la mia professionalità nella gestione dei casi in cui c’è una difficoltà nell’avere un bambino. Professionisti che possono arrivare dove non arriva il ginecologo (psicologo, endocrinologo, naturopata…)
Tutto ciò mettendo al centro il bene del paziente.