Ultra-Screen + dosaggio translucenza nucale

L’Ultra-screen, o screening combinato del primo trimestre, è un particolare esame programmato tra l’11^ e la 13^ settimana di gravidanza.

Lo scopo è quello di valutare il rischio individuale di patologie cromosomiche, e in particolare la trisomia 21 (Sindrome di Down), 13 e 18. In  caso di alto rischio si valuterà se ricorrere o meno ad un successivo test diagnostico invasivo come la villocentesi o l’amniocentesi.

Come si EFFETTUA l’Ultra-screen

translucenza nucale

L’Ultra-screen è una procedura combinata che comprende due differenti test. Il primo  è un’ecografia con la quale lo specialista misurerà i parametri di crescita fetale e misurerà la translucenza nucale. Questa è la raccolta del liquido retronucale presente in tutti i feti tra l’undicesima e la tredicesima settimana. In genere risulta maggiore nell’80% dei feti che sono affetti da Sindrome di Down. Il secondo è un prelievo di sangue materno per misurare il dosaggio di due ormoni specifici (Bi-Test) prodotti dalla placenta, e che risultano generalmente alterati rispetto ai valori normali in almeno il 70% dei casi. Attraverso l’analisi incrociata dei risultati dei test di cui sopra lo specialista sarà in grado di effettuare il calcolo delle probabilità che avrà come risultato l’espressione del rischio in termini numerici per diverse patologie cromosomiche.

Che risultati si ottengono dall’Ultra-screen

Come abbiamo già anticipato, combinando l’analisi dei test è possibile ottenere dei risultati numerici. Questi potranno manifestare un rischio basso o elevato, a seconda che la probabilità di patologia cromosomica risultati contenuta o alta. Considerato che il risultato che viene conseguito mediante questo test combinato è di tipo numerico, il valore ottenuto sarà utile per cercare di comprendere se il rischio stimato sia o meno accettabile da non dover ricorrere ad altri esami. Ogni coppia potrà effettuare le necessarie valutazioni assieme al proprio specialista.  Di norma è ritenuto prudente effettuare un esame più invasivo se il rischio calcolato mediante l’Ultra-screen è superiore a una possibilità su 350 di avere alla nascita un bambino affetto. In questo percorso diventa fondamentale rapportarsi alle stime del test combinato con la giusta consapevolezza e conoscenza. Il fatto che il test possa dare un risultato a rischio elevato, infatti, non significa che il feto è necessariamente affetto da qualche “malattia”. Potrebbe però essere opportuno, per maggiore serenità, effettuare ulteriori accertamenti.

È attendibile l’Ultra-screen?

A titolo di maggiore delucidazione, ricordiamo che l’Ultra-screen non è un test diagnostico e, dunque, non serve a riconoscere se il feto è sano o malato. Quel che fa è, invece, fornire la migliore stima possibile delle probabilità che il feto possa essere affetto da alcune anomalie. Ecco pertanto che il risultato non può essere espresso in termini negativi o positivi, ma solamente in termini di possibilità di avere un feto affetto da anomalie, su un numero più o meno grande di feti “normali”. In altri termini, ogni coppia sarà indirizzata dal proprio ginecologo di fiducia verso un percorso dedicato. Dipenderà dalla specifica valutazione del rischio stimato e in funzione delle altre caratteristiche che potrebbero influenzare le percezioni. Spetterà dunque alla coppia di partner scegliere se un valore di rischio possa indurre ad affrontare altri test diagnostici più approfonditi.

Cosa fare se i valori sono superiori a quelli normali

Nel caso in cui l’esame combinato abbia dato come risultato un rischio elevato, il ginecologo suggerirà alla paziente di effettuare una valutazione ecografica ed eventualmente una villocentesi o un’amniocentesi.